Raffrescamento e riscaldamento a pavimento, climatizzare la casa risparmiando

2022-10-22 19:13:06 By : Ms. Suki Chen

Come climatizzare la casa tutto l’anno col massimo comfort e spendendo meno, a regime, rispetto ai classici impianti

Tra le tante proposte alternative per rinfrescare la casa consumando meno energia possibile, vi è quella degli impianti di raffrescamento a pavimento. Rumori? Nessuno. Polvere che si solleva per l’azione di ventilatori e split? Zero. Andiamo alla scoperta di cosa siano questi sistemi, e se si possano usare anche per riscaldare una casa. Vi anticipiamo subito che, come in tutti gli impianti di climatizzazione, ci sono pro e contro. Uno degli aspetti più interessanti, comunque, è che consentono di avere un buon risparmio energetico.

Se volete avere dei metodi economicissimi, e immediati (accendete l’interruttore e via) per rinfrescare una casa, la risposta è semplice: compratevi dei ventilatori. In questo modo, però, smuoverete l’aria calda, rinfrescherete solo una parte di una stanza, starete perennemente sotto un flusso d’aria violento che non è il massimo della salubrità…

Invece, se vi interessa un impianto che vi duri nel tempo e riesca a raffrescare (e riscaldare!) la casa in modo uniforme, soprattutto se l’abitazione la vivete molte ore al giorno, continuate a leggere.

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Un impianto di raffrescamento a pavimento si basa, molto semplicemente, sull’affogare nel massetto di un appartamento (o di un ufficio) una lunghissima serpentina di pvc, di un certo diametro e secondo determinati criteri.

Una sorgente termica (di solito una pompa di calore reversibile aria/acqua) si occuperà di gestire la temperatura dell’acqua che scorrerà all’interno di questo tubo. In estate, l’acqua sarà tra i 15 e i 18° C, e raffrescherà per irraggiamento l’ambiente. In inverno, invece, l’acqua dovrà avere una temperatura di appena 35° C per poter garantire agli ambienti un buon comfort climatico in riscaldamento.

E’ un principio fisico: tra due corpi con temperature differenti avviene un trasferimento di energia che si realizza grazie a uno scambio di calore. Ed è proprio col sistema dell’irraggiamento che il calore, e il fresco, si propaga nelle serpentine consentendo di riscaldare e raffreddare agevolmente e uniformemente (diversamente dai semplici termosifoni o da altri metodi di climatizzazione) ambienti anche di dimensioni rilevanti.

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Approssimativamente il 25/30% in meno rispetto ai sistemi di climatizzazione classici. Se confrontiamo il raffrescamento a pavimento, cioè, con dei condizionatori messi in ogni ambiente.

I motivi sono da ricercare 1) nel fatto che un solo impianto può servire tutta l’abitazione, grande o piccola che sia, 2) la temperatura dell’acqua necessaria all’impianto è più bassa di quella che servirebbe con altri sistemi, 3) nel caso di un riscaldamento a pavimento, l’inerzia termica (ossia, la capacità di trattenere il calore nel tempo) è piuttosto elevata, e 4) se questo sistema viene alimentato da fonti rinnovabili come i pannelli fotovoltaici, o pannelli solari, il risparmio è massimo.

Sì. Alcuni componenti degli impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento vengono realizzati in materiali, come l’ottone, che potrebbero dar luogo a formazioni di condensa.

Soprattutto in estate, quando il problema del caldo è dato non solo da temperature alte, ma anche dalla umidità ambientale, diventa fondamentale la realizzazione di un impianto di raffrescamento dove i vari elementi che lo compongono siano progettati per ridurre al minimo umidità e condensa.

Come? Usando collettori in ottone o acciaio inox isolato, inserendo un sistema di termoregolazione che agisce in base a delle sonde collegate a una centralina elettronica, e impiegando un cosiddetto “chiller”, che è un deumidificatore per il raffrescamento a pavimento.

Ogni tecnologia, per quanto innovativa e avanzata, ha i suoi vantaggi e svantaggi. Quella dei sistemi di raffrescamento e riscaldamento a pavimento permette ormai di ottenere performance eccellenti riducendo al minimo i lati negativi. Cominciamo con i pro:

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A questo punto vi starete chiedendo quali siano i prezzi per un impianto di questo tipo. La differenza principale di costo, tra un impianto e l’altro, dipende dalla velocità con la quale si vuole raffrescare l’ambiente.

Per un impianto di raffrescamento a pavimento medio si spendono da 25 a 50 euro al mq, se invece si vuole il top i prezzi possono anche raddoppiare. Inoltre, è necessario mettere in conto anche il chiller (2.000/3.000 euro) al quale abbiamo accennato prima, o un deumidificatore (850/1400 euro).

Un sistema di raffrescamento e riscaldamento a pavimento viene preso in considerazione soprattutto (ma non solo, vista la disponibilità di impianti che si possono posare sopra i pavimenti preesistenti) in ambito di ristrutturazioni o di nuove costruzioni.

Un impianto di raffrescamento a pavimento che sia in grado di coprire un intero appartamento può comportare un esborso considerevole. Chi è interessato, ma intende rinviarne l’esecuzione, ha comunque l’esigenza di risparmiare sulla bolletta di gas e luce, visti i continui, stratosferici rincari.

Cosa fare quindi? La scelta migliore è quella di cambiare fornitore di energia, per avere un contratto (magari a prezzo bloccato per un certo periodo di tempo) che risponda maggiormente alle nostre esigenze di consumo.

Nel mercato dell’energia sono presenti centinaia di operatori, più o meno convenienti e affidabili. Come ci si può orientare senza timore di commettere errori?

La risposta consiste nel consultare un comparatore di tariffe, come Tiscali Tagliacosti, che mette a confronto le offerte dei migliori operatori. Nessuna perdita di tempo, la consulenza è gratuita e senza impegno.

Meglio agire subito, e non aspettare altri rincari!